Di me

Son caduto tante volte ma mi son sempre rialzato. Ho il cuore provato da tanti momenti di sofferenza ma ancora riesce a battere. Le ginocchia portano i segni delle cadute. Il viso ha la stanchezza delle notti passate in bianco rimuginando quando andava bene. Le mani sono segnate dal fumo delle sigarette che negli anni ho acceso per tentare di allentare lo stress e l’ansia, come se funzionasse… Il mio corpo è un segno, una cicatrice unica, che si è formata sin dai primi anni di vita. Tante sofferenze l’anno fatto così, tante sofferenze hanno formato me e il mio corpo. L’ultima cicatrice è la più profonda di tutte e non si rinsalda per un semplice motivo: non voglio! Lei è la cicatrice, lasciare che guarisca vuol dire lasciare che lei sparisca e non voglio farlo. Lei vale tutto quello che ho passato negli ultimi mesi e molto di più. Lei per me vale e varrà il mettersi in gioco. Se cadrò ancora mi rialzerò. Non è questione di “pensiero magico” che non voglio far sparire, o del mio “io bambino” che vuole rimanere pur essendo adulto e indipendente. Per me Amare vuol dire essere tutt’uno con l’altra persona ma non in senso letterale e maniacale. Non sto dicendo che ogni azione dev’essere fatta per lei o con lei. No, vuol dire sentire quella persona come una parte di te, averla dentro di te, averla dentro a tal punto che non sai com’era la tua vita prima di incontrarla, come dicono i versi di una canzone: “non ricordo di non ricordarti”. Vengo definito un sognatore, è vero lo sono, mi ci sento ma mi auguro che non venga visto come una “scusa” per classificare tutte le mie azioni o pensieri. Se è per questo mi sento anche un idealista, anche se può essere sinonimo di sognatore. Io ho degli ideali e ci credo fermamente. Credo che il vero Amore esista, che esista l’anima gemella, che siamo legati a quel qualcuno da un filo rosso e che qualsiasi cosa succeda quel filo non si spezza. Non tutti sono capaci di riconoscere la propria anima gemella e non tutti possono viverla o hanno il coraggio di farlo. Io son certo di aver trovato la mia, l’ho vissuta per un breve periodo e forse dovrò accontentarmi di quello e basta. Non so cosa mi riserva il destino. So che lei ora si è tirata indietro, che non vuol essere presente, lo so e l’ho accettato. Ho accettato tutto questo così come ho sempre accettato i suoi difetti. Nel dizionario il difetto è definito: ” Elemento che costituisce imperfezione e diminuisce il pregio, la bellezza; imperfezione morale;”. Ecco per me sono le caratteristiche che mi affascinano di più. Una cara amica, che forse leggerà queste righe, sostiene che se lei tornasse io scatterei e tornerei da lei senza problemi, in parte è vero. È vero che tornerei da lei e con lei senza problemi ma solo se vedessi che è quello che anche lei vuole veramente, se vedessi che anche lei crede in un Noi, che ci crede veramente ed ha voglia di viverlo. Non mi faccio illusioni, anzi sono abbastanza pessimista. Probabilmente la telefonata ricevuta da lei oltre un mese fa è stata l’ultima da parte sua e forse anche l’ultima volta che mi rivolgerà la parola e avrò sentito la sua voce. Lei è anche questo, un’estremista, o tutto o niente. Ne avevamo parlato, me l’ha detto che lei fa così con le persone che hanno un posto importante nel suo cuore, non riesce ad avere un rapporto “finto” in cui dici “ciao come stai” ascolti due o tre cose e poi nuovamente ognuno per la sua strada. Lei non è così, non è così e mi sta bene. A me i suoi difetti piacciono, li accetto perchè fanno di lei quella fantastica persona che è. Forse un giorno troverò un’altra persona, un’altra persona con cui stare e che voglia vivere una relazione con me, che voglia esserci… Molte delle persone a cui tengo la “odiano” o meglio la reputano una stronza in parte per come si è comportata nei loro confronti una volta troncata le relazione con me, quello fa parte del suo estremismo, dall’altra penso che lo facciano “per me”. Nel senso che essendo legati a me, e vedendo la sofferenza che ho provato e provo detestano quella che per loro è la fonte di questa sofferenza. Quello che non riesco a far capire è che non è lei la fonte della mia sofferenza. Sì, è legata a lei e alla sua assenza ma la mia sofferenza è data dal non poter vivere me stesso nel modo in cui ero e sono con lei. Io so che posso bastarmi, so che posso essere felice anche senza di lei, so che posso amarmi ed essere amato anche da altre persone che non sono lei. Quello che so è anche che lei mi da più forza; mi permette di amare “più forte”, sia lei che me stesso. La mia sofferenza è data dal pensare che non credo potrò più vivere quelle sensazioni, quel me che tanto mi piaceva. La mia sofferenza è data da mie convinzioni, quindi in pratica è data da me stesso. La sofferenza così come la felicità è una scelta. Io scelgo di pensare a lei e scelgo di pensare che lei non tornerà, così come scelgo di essere felice e sorridente ogni giorno nonostante tutto, e lo scelgo perchè ho tante persone che mi dimostrano quanto tengono a me e quanto mi vogliono bene. Queste persone, i miei amici e la mia famiglia, sono la ragione della mia felicità perchè ognuno di loro riesce a farmi sentire unico e speciale per un qualche motivo. La cosa più importante che ho capito nell’ultimo periodo è che mi piaccio, ho i miei difetti ma penso che i miei pregi siano più evidenti e forti. Quando stavo con lei mi piacevo di più semplicemente perchè riuscivo a vedermi attraverso i suoi occhi. Quando lei si è tirata indietro ho perso la visione attraverso i suoi occhi ed ho pensato di aver perso quello che ero ma io sono sempre io e mi sto bene così. Io mi piaccio nei pregi e nei difetti.

Di meultima modifica: 2016-11-27T09:17:46+01:00da jesuisjetaime
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento